Efficienza o efficacia delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro?

Sono trascorsi ben 28 anni dall’introduzione del primo decreto legislativo, in tema di salute e sicurezza, che includeva, con obblighi sanzionati, i datori di lavoro di qualsiasi attività. Era il D.lgs. 626/94 entrato in vigore nel lontano 1996.

Lo spirito del legislatore era senza dubbio positivo: regolamentare le attività in modo da applicare quanto la Costituzione già nel 1947 sanciva. Precisamente l’Articolo 35 recita: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. …”.

Dal grafico sotto riportato nel decennio 1993-2003 si registra un decremento nei decessi, ma sicuramente i dati non sono, al momento confortanti.

Le norme si sono succedute anno dopo anno, sempre tese a meglio specificare gli elementi di valutazione dei rischi e le varie bonifiche. Sembrano comunque ancora oggi numeri molto alti se riflettiamo che uomini e donne lavorano per … vivere.

Viene quindi da chiedersi che cosa sarebbe necessario modificare per migliorare la situazione.

Aprire una partita IVA e iniziare un’attività imprenditoriale non è né particolarmente costoso né particolarmente complicato. Sono sufficienti pochi passi e pochi professionisti (commercialista, avvocato e notaio) se non si assumono dipendenti, o ci si avvale degli stagisti.

Nel caso in cui si assuma un lavoratore, il pensiero più comune è che sia sufficiente aggiungere ai suddetti professionisti anche il consulente del lavoro. Date queste premesse, il neo-imprenditore conclude: abbiamo tutto, resta solo da far funzionare l’impresa. Questo emerge dalla mia,  quasi trentennale esperienza in ambito di consulenza su salute e sicurezza.

Ma … non è proprio così: uno dei passi iniziali, dal momento in cui l’imprenditore ha qualcuno alle proprie dipendenze (anche part-time), è costituito dagli adempimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

L’attuale situazione potrebbe essere migliorata dall’obbligo di frequentare un corso i cui contenuti rendano edotto il neo-imprenditore circa i suoi obblighi in materia di salute e sicurezza e sulle conseguenze derivanti dalle sue inadempienze d i rischi in cui incorre. La certificazione dovrebbe essere propedeutica all’attivazione della partita IVA.

Non è forse necessario fare degli incontri/corsi per battezzare il proprio figlio? Non è necessario disporre di un “patentino” per svolgere la funzione di allenatore (anche per i piccolissimi)? Non è necessario superare un esame per la patente di guida?

Ma … il neo-imprenditore, che si obbliga a garantire un lavoro “sicuro” (che non li espone a rischi o che li tutela dai rischi dell’attività) ai propri collaboratori, deve ricevere informazioni solo da commercialista e consulente del lavoro? Questi due professionisti si occupano di altro in modo specifico e non è una loro responsabilità indirizzare verso consulenti in materia di salute e sicurezza. Se e quando lo fanno è un plus della loro attività.

Quindi, chiediamo a coloro che leggono, la normativa è efficiente o efficace?

Per rispondere riguardo alla sua efficienza basta verificare il numero di circolari, decreti, accordi che vengono pubblicati sulla materia. Una serie di regole che implicano documenti su documenti con la mannaia di rischi penali oltre che di sanzioni amministrative.

Si pensi che il D.Lgs. 81/08 nella versione di settembre 2024 conta 1266 pagine. Se l’obiettivo è quello di normare ogni possibile aspetto, certo la mole di carte prodotte lo raggiunge.

Per verificare se a tanta efficienza corrisponda altrettanta efficacia,basta vedere il grafico sopra riportato e chiedere a Google “quanti morti sul lavoro ci sono stati in Italia nel 2024”. Il risultato è il seguente: “In questi nove mesi del 2024, in Italia si sono registrate 776 vittime sul lavoro, di cui 567 in occasione di lavoro e 209 durante il tragitto casa-lavoro, con una media di 86 decessi mensili.” Dato riportato alla data del 6 novembre 2024.